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Segnalato da Pet Magazine

"Ciao Sonia,
ti scrivo perché qualche giorno fa abbiamo pubblicato un post di segnalazione per blog e siti che ci sembrano meritevoli e abbiamo incluso "Blog sul cane e i cuccioli..."
Giuseppe Pastore, redazione di Pet Magazine
Visualizzazione post con etichetta origini della razza. Mostra tutti i post
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mercoledì

Allora torniamo alle origini, per capire


Il branco è costituito da un gruppo di animali che vivono assieme, e nel quale ogni membro dipende, per la propria sopravvivenza, dagli altri. Nel mondo selvatico, il branco garantisce protezione, cameratismo, assistenza, babysitter per i cuccioli e compagni per la caccia, i membri sono leali e molto legati gli uni verso gli altri. Ogni branco ha un suo leader, che è generalmente il maschio più dominante.
Questo prende le decisioni, e tutti gli altri si mettono in riga e gli devono sottomissione. Sotto di lui tutti gli altri lupi devono essere o leader o seguaci all'interno del resto del branco.
Il leader è spesso l'unico maschio ad accoppiarsi, generalmente con la «leader» del sottobranco femminile. Dal momento che il leader e la sua compagna sono i più forti, procreeranno una prole forte e sana. E visto che nessun altro si riproduce, non ci saranno mai troppe bocche da sfamare. Una tale struttura consente il controllo della popolazione, assicurando la sopravvivenza dei più sani.
Quando i leader maschio e femmina hanno i cuccioli, la femmina diventa leader dell'intero branco fino al momento in cui i cuccioli diventano abbastanza adulti da poter correre e andare a caccia con il branco. A questo punto il maschio torna ad essere il capo del branco.
La caccia è la vera ragione per cui cani e lupi sono animali da branco. Non sono sufficientemente veloci da poter sopravanzare le prede, ed è per questo che si sono messi assieme in modo da poterle circondare per poi attaccarle, senza lasciare loro alcuna possibilità di fuga.
Una volta che la preda è stata uccisa, il leader ne mangia per primo. Tutti i lupi si raggruppano attorno all'animale catturato e, se la preda è piccola, ad alcuni dei membri della classe inferiore può capitare di dover aspettare fino a quando quelli della classe superiore non siano sazi e si allontanino dal cibo.
Visto che il branco si prende cura di quelli che non sono autosufficienti, ai lupi più anziani, se non sono in grado di procurarsene autonomamente, il cibo viene offerto. Il capo branco porta il cibo alla sua femmina nei periodi in cui questa sta allevando i piccoli nella tana. I cuccioli vengono nutriti tanto dalla madre quanto dagli altri membri adulti del gruppo. Possono anche leccare il cibo dalle labbra degli adulti, i quali, a volte, rigurgitano per dar loro da mangiare. A volte i lupi sotterrano parte delle loro prede, ma capita quasi sempre che altri animali scoprano il loro bottino sottraendo ai lupi il frutto della loro caccia.
Dopo la caccia e dopo il pasto, il branco si concede un po' di riposo, e può passare un po' di tempo a giocare. Se in quel territorio esistono ancora delle possibili prede, il branco può decidere di stanziarvi e fare della zona la propria base. Spetterà al capobranco stabilire se e quando trasferirsi. Se alcuni membri si sono allontanati dal gruppo durante la caccia o durante il gioco, i lupi si mettono ad ululare per riunire il branco.
Il leader mantiene la propria posizione fino a quando non viene scalzato da un lupo più forte e più intelligente, o fino alla sua morte. In quest'ultimo caso ci saranno probabilmente dei combattimenti tra i maschi delle classi superiori per determinare chi dovrà essere il nuovo leader.
Un lupo solitario non può sopravvivere a lungo senza il suo branco. Al contrario, un cane, pur essendo un animale da branco, può sopravvivere perché entra a far parte di un branco di un'altra specie — quella degli umani.


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lunedì

Labrador: Selezione genetica e addestramento



Possiamo immaginare l'entusiasmo dei primi cinofili che colsero le qualità di questi cani e intrapresero l'arduo compito di differenziare tra queste razze spontanee quelle che poi avrebbero dato origine ai retriever di oggi. Sappiamo dai primi pedigree che, tuttavia, furono in particolare due le prime razze che contribuirono a fissarsi e differenziarsi, strettamente collegate fra loro all'inizio: il flat coated retriever e il labrador retriever.
Si prenderà spesso in esame l'addestramento di questi cani e benché sia noto che l'intero gruppo delle razze retriever svolga medesime prove di lavoro e sia quindi sottoposto a metodi di addestramento simili, la maggiore attenzione sarà per il Labrador.
Anche se l'addestramento risulta essere simile, l'approccio con ognuna delle cinque razze dovrà essere leggermente diverso perché diverse sono le loro sensibilità.

Va da sé che quello che andremo a descrivere è la razza nella sua essenza più perfetta.
Quella che la selezione ci impone e che passa fra le mani prima di tutti dell'allevatore. L'Allevatore, sì...ancora lui in primo piano, ovviamente.Perchè che non potremmo in alcun modo inoltrarci nell'addestramento sperando in risultati soddisfacenti se a monte il selezionatore non ha fatto un attento lavoro di raccolta di quelle qualità che fanno appunto la razza.

Il cane che ci troviamo di fronte, pur con le differenziazioni di temperamento che ogni soggetto giustamente possiede alla nascita, sarà fisicamente sano, solido muscolarmente anche nelle prime settimane di vita. La sua struttura fisica corrisponderà il più possibile allo standard di razza che così bene ce ne spiega la funzionalità psico-fisica. Le potenzialità in quel cucciolo, ben integrato nel piccolo branco della cucciolata e già ben socializzato con l'uomo, saranno l'addestrabilità (desiderio di far piacere al padrone), la curiosità mista ad una buona autonomia, il coraggio fisico legato ad un'attenta prudenza e una pronta capacità tutta umanoide di studiare le persone e gli animali circostanti. Farà parte del suo bagaglio genetico un naturale istinto alla predazione e al riporto, qualità queste imprescindibili per il futuro addestramento.
Le attitudini, quindi, del labrador, ben descritte anch'esse nello standard di razza, hanno base prettamente atavico-ereditaria. Di nuovo, quindi, enorme la responsabilità del selezionatore perché queste non vengano perse ma, anzi, rimangano fissate per mantenersi e trasmettersi alle generazioni future. L'addestramento che ne seguirà sarà di supporto e di arricchimento per il lavoro dell'allevatore perché servirà soprattutto a mettere in luce e a mantenere attive le preziose caratteristiche di questo cane.

Approfondimento: Origini Genetiche del Labrador -2


Riassumendo, quindi, i primi retriever da cui a noi piace pensare sia derivato il labrador, erano cani di mezza taglia, a pelo folto, a volte semiondulato, con ricco sottopelo, un leggero strato d'adipe sotto la pelle, forte ossatura con solidi muscoli da nuotatore, una coda a timone e il piede tondo da gatto, come molti cani nordici, per far presa sulla neve e sul ghiaccio grazie ai cuscinetti ben sviluppati. Tutte queste qualità strutturali si accompagnavano a una forte predisposizione all'obbedienza, al rispetto verso interi gruppi di uomini, facilità a comprendere quindi il linguaggio umano, con tuttavia uno spiccato istinto a risolvere autonomamente problemi vitali e una caparbia perseveranza nell'ottenere il risultato desiderato fino a pescare da soli con notevoli capacità di apnea subacquea.

Approfondimento sul Labrador: le Origini genetiche


Come sappiamo, i primi uomini, improvvisatisi pescatori sui pescherecci dei piccoli armatori di allora, provenivano perlopiù dalle attività rurali dell'Inghilterra e delle regioni continentali affacciate sull'Atlantico (Portogallo e Francia). I primi cani che li affiancavano avevano anch'essi la stessa provenienza, «cane di St. John», segugio del Devon, cane di Castro Laboreiro ecc., razze utilizzate fino a quel momento per la caccia, il controllo del territorio e la pastorizia.
Alla luce di tempi più recenti, secondo Mary Rosslin Williams, si pensa a intromissioni nella razza anche del fox-hound, del border collie e di soggetti molossoidi.
La fusione spontanea di tutte queste razze così diverse nasceva dal fatto che quegli uomini, spinti alla nuova attività di pesca per necessità — come già detto — utilizzavano i cani che avevano e di cui conoscevano l'affidabilità. Una prima selezione si produsse sul campo. Vale a dire che di quei cani sopravvissero solo soggetti probabilmente già incrociati, di cui spiccavano le qualità necessarie:
— temperamento;
- totale addestrabilità;
— capacità di rapido apprendimento;
— docilità, scevra da qualsiasi forma di aggressività;
— ottima predazione;
— perseveranza nella ricerca;
- istinto al riporto.
Queste basilari attitudini erano legate a caratteristiche morfologiche, anche queste frutto di incroci più o meno spontanei, adatte al ruolo:
— caratteristiche fisiche;
- grande galleggiabilità;
- resistenza al freddo e al nuoto;
- ottimo fiuto legato a capacità di vista e udito;
- tessitura del pelo e struttura ossea e muscolare adatte a un lungo lavoro in acqua.

Il successivo insediamento a terra rese questi cani capaci di autonoma sopravvivenza in situazioni ambientali e climatiche avverse, con un sempre maggior legame con l'uomo e un grande sviluppo di capacità morfologico-attitudinali di sostegno a se stessi e alla comunità.

mercoledì

Approfondimento: Il Rottweiler, le origini


Il Rottweiler, come tutti i molossoidi odierni, discende dall'antico Molosso, cane da combattimento che a sua volta avrebbe avuto il suo diretto progenitore nel Mastino tibetano. Le sue origini si perdono nella notte dei tempi: una terracotta rappresentante un gruppo di Molossi venne scoperta tra i resti della città assira di Ninive. Si suppone che inizialmente questi cani si siano diffusi in Mesopota-mia e in India: da qui il Molosso arrivò in Grecia, forse al seguito di Alessandro il Grande o forse in tempi ancora antecedenti, all'epoca di Serse e delle guerre persiane. I coloni greci lo introdussero con ogni probabilità sulle coste dell'Italia meridionale a partire dall'VI 11 secolo a.C. Il Molosso fu molto ben allevato a Roma, dove veniva impiegato in combattimento ma anche come difensore della proprietà privata: al seguito delle legioni romane esso arrivò anche in Germania, dove in epoca successiva, da incroci con i pastori locali e con cani a mascella larga di origine nordica, olandese e inglese, nacque il progenitore del Rottweiler, noto come Metzgerhund (cane da macellaio) e diffuso soprattutto nella cittadina di Rottweil, da cui prese poi il nome.
Era il cane dei macellai e dei commercianti di bestiame, usato come mandriano, guardiano, difensore e perfino come cane da traino: a partire dal 1907 cominciarono a
nascere i primi club per la tutela della razza, che si riunirono in una sola società nel 1924, anno di fondazione del Club generale germanico del Rottweiler, ADRK. L'allevamento veniva già curato con estrema coscienziosità, tant'è vero che fin dal 1914 esisteva in Germania una commissione con il compito di valutare la tipicità morfologica e il carattere di ogni soggetto da destinare alla riproduzione, una specie di antesignana dell'attuale ZTP (prova di idoneità alla riproduzione).

lunedì

Approfondimento: Tutto sul Pastore tedesco


...........ORIGINE ED EVOLUZIONE............


Il nome di "pastore tedesco" deriva dal termine Deutsche Schäferhunde indica una razza che ebbe origine nell'Età del Bronzo. Da alcune ricerche risulta infatti che a quel tempo si conosceva già un cane da pastore denominato Canis familiaris matris optimae e resti di tali esemplari, databili intorno al 2000 a.C, sono stati reperiti in Iran. Le teorie a proposito della sua evoluzione sono diverse. L'opinione più diffusa è che l'attuale pastore tedesco sia il risultato di ripetuti incroci tra esemplari maschi di cane da pastore e femmine di lupo, anche se in realtà non esiste alcuna prova a conferma di ciò.
Il grande propulsore della razza fu comunque il tedesco von Stephanitz, che verso la fine del secolo XIX selezionò i migliori esemplari di cane da pastore di tutta la Germania e si dedicò a incrociarli con l'aiuto di esperti allevatori. Si trattò di un'impresa molto lunga, che diede però notevoli risultati: nel 1899 fu approvato a Francoforte lo standard della razza che, con qualche leggera modifica, è stato conservato fino ai giorni nostri. Nacque contemporaneamente il primo Libro delle Origini, al quale è attualmente iscritto oltre un milione e mezzo di esemplari.
Il compito dei cani da pastore è sempre stato quello di sorvegliare il bestiame. Con l'andare del tempo il pastore tedesco non ha svolto soltanto le funzioni di un cane da pastore, con tutto ciò che questa parola implica, ma si è anche dimostrato capace di svolgere le funzioni più diverse. Si è per esempio constatato che si tratta di un ottimo cane da guardia e da difesa, e le sue doti hanno fatto sì che venisse prescelto dalla polizia per diversi compiti e missioni. Attualmente la razza è molto apprezzata in tutto il mondo per la sua intelligenza, per l'efficienza e la fedeltà e anche per il singolare affetto e la dedizione che dimostra sempre nei confronti del padrone. Si tratta di un cane molto bello e obbediente, che addestrato può arrivare a essere di estrema utilità per chiunque lo abbia come compagno.

venerdì

Le razze del gruppo 9:BICHON HAVANAIS


....ORIGINI.............
Si conosce poco sulle origini del Bichon Havanais. In ogni caso la razza proviene da Cuba dove degli allevatori incrociarono dei Maltesi con piccoli cani delle Antille. Nel XIX secolo ebbe un grande successo, tanto che veniva considerato il cane preferito dalle signore.

CARATTERISTICHE
Cane di piccola taglia, presenta giusti rapporti e giuste proporzioni nell'insieme. La sua costruzione è minuta, ma solida e stabile. Il corpo, la testa, le orecchie e la coda sono interamente guarnite di un folto pelo. La testa è molto tipica ed espressiva.

CARATTERE
Ha tutte le caratteristiche necessarie per essere definito un perfetto cane da compagnia. E allegro e sempre vivace, prende subito confidenza anche con gli estranei che gli manifestano simpatia. Adattissimo ai bambini, è sempre festoso e affettuoso. Caratterialmente è molto simile al "Bichon à poil frisé".

SALUTE E CURE
Per mantenere in ordine il Bichon Havanais, il suo pelo va spazzolato regolarmente.



CARTA D'IDENTITÀ
Club di razza: CCC - Club Cani da Compagnia
Peso: mai superiore ai 6 kg.
Colori: beige più o meno scuro, grigio o bianco con larghe chiazze dei predetti colori.
Orecchie: alquanto appuntite, sono ricadenti in modo da formare generalmente una piega leggera.
Coda: elevata, arrotolata, guarnita di lunghi peli setacei.
Iscrizioni all'Enci nel 2007: 6

giovedì

Australian Kelpie, gruppo 1


...........ORIGINI.................
Le origini del Kelpie risalgono probabilmente ai cani da pastore di tipo Collie importati dalla (Iran Bretagna nel Diciannovesimo secolo per badare alle greggi sempre più numerose che stavano diventando il motore trainante dell'economia australiana. La razza cominciò a essere conosciuta universalmente a partire dal 1872, quando un soggetto di nome King's Kelpie vinse lo Sheepdog Trial.
A seguito della vittoria, i suoi cuccioli furono molto richiesti e divenne facile identificarli dapprima come Kelpie's pup, in seguito semplicemente come Kelpie.

CARATTERISTICHE
Pastore agile e scattante, leggero e allo stesso tempo muscoloso e dall'aria infaticabile.
CARATTERE
Intelligente e facilmente addestrabile, nel lavoro il Kelpie è velocissimo e instancabile. Importanti quanto le qualità lavorative sono il carico d'affetto e la capacità di comunicazione che molti Kelpie possiedono. Inserito nel giusto contesto famigliare e di attività, questo cane è capace di trasformarsi in un vero membro del gruppo.

SALUTE E CURE
È un cane molto rustico, che non ha bisogno di cure particolari ma richiede moto abbondante e molti stimoli.

CARTA D'IDENTITÀ
Club di razza: nessuno
Taglia: da 46 a 51 cm per i maschi e da 43 a 48 cm per le femmine. Peso: fino a 20 Kg.
Colori: nero, marrone e nero, rossiccio, rosso e marrone, fulvo cioccolato, blu-fumo.
Orecchie: piccole, appuntite, erette, di tessitura fine. Coda: a riposo raggiunge il garretto e pende in una lieve curva. Può venire sollevata in movimento. Iscrizioni all'Enei nel 2007: 3

Australian Cattle Dog

...................ORIGINI............
Un a levatore di bovini di nome Me Hall, intorno al 1840, incrociò dei Collie blue merle a pelo corto con i dingo, antichi cani Selvatici australiani. Risultato: cani robusti e duri, in grado di sopportare gli sforzi e il caldo. II primo standard ufficiale è del 1903.

CARATTERISTICHE
ente nel lavoro di conduzione del : es me, è estremamente resistente e in grado di percorrere ampie distanze. Il suo fisici esprime potenza. Malgrado la struttura compatta e forte, dà l'impressione di grande agilità, vigore e resistenza. Il cranio è largo, leggermente convesso tra gli occhi. Lo stop non è molto accentuato.

CARATTERE
Costantemente vigile e attento, intelligente e coraggioso, è estremamente fedele e devoto al padrone, ma diffidente nei con gli estranei. Meglio farlo socializzare fin da cucciolo, esponendolo a situazioni, persone e animali. Ha bisogno di moto regolare.

SALUTE E CURE
Vigorose spazzolate di tanto in tanto lo aiutano a liberarsi del pelo morto. È estremamente rustico.


CARTA D'IDENTITÀ
Club di razza: nessuno
Taglia: maschi da 46 a 51 cm, femmine da 43 a 48.
Peso: non definito dallo standard
Colori: blu, pieno о screziato, con о senza macchie di altre
tonalità.
Orecchie: di dimensioni contenute, con base larga ed erette, inclinate verso l'esterno.
Coda: inserita piuttosto bassa; a riposo pende leggermente.
Iscrizioni all'Enei nel 2007: 39

Le razze del gruppo 9: il Barbone


ORIGINI...................
Il nome francese Caniche deriva dall'appellativo "chien à cane o canichon", che designava il cane utilizzato per la caccia agli uccelli acquatici. Il naturalista Buffon attribuisce origini africane al Barbone, che discenderebbe dal Barbet dell'Africa del nord, incrociato, all'arrivo sulla penisola iberica, col cane da acqua portoghese. Sotto Luigi XV il cane da caccia lasciò il posto al cane da salotto. La Francia divenne ufficialmente la sua patria nel 1936. Le versione toy è stata infine creata negli anni '60 e ha trovato subito un buon successo.

CARATTERISTICHE
Il Barbone è armonioso ed elegante, qualunque sia la sua taglia. Il petto è sempre ben disceso, il rene solido e il ventre retratto. La testa è rettilinea e distinta. Il pelo può essere a riccioli o cordato,abbondante, di tessitura fine, lanoso, ben arricciato, di lunghezza uniforme e dai riccioli uguali.

CARATTERE
Il suo addestramento è perlopiù molto facile, data anche la prontezza di spirito che dimostra. È infatti estremamente intelligente e vivace, tanto da rappresentare il cane da compagnia per eccellenza. Attenzione però alla sua furbizia: sa sempre come ottenere ciò che vuole e spesso stupisce per la fantasia che mette nel perseguimento dei suoi obbiettivi.

SALUTE E CURE
Per un Barbone in perfetta forma è necessaria una spazzolata settimanale, un bagno al mese e una toelettatura completa (stripping e trimming) almeno tre o quattro volte all'anno.

CARTA D'IDENTITÀ

Club di razza: Ccc - Club Cani da Compagnia
Taglia: da 45 a 58 cm per quello di grande mole; da 35 a 45 cm taglia media; da 28 a 35 cm per il nano; sotto i 28 cm per il toy.
Peso: da 2 a 20 Kg a seconda delle taglie.
Colori: bianco, nero, marrone, albicocca, grigio. Orecchie:piuttosto lunghe e pendenti. Coda: attaccata alta e raccorciata di un terzo.
Iscrizioni all'Enci nel 2006: 1376

domenica

AKITA: DIFFUSIONE NEL MONDO



AMATISSIMO IN GIAPPONE..............
A dimostrazione di quanto il Giappone ami la sua razza autoctona, ci sono una serie di testimonianze davvero esemplari.
Ad esempio un'intera facciata di un palazzo ricoperta da un mosaico di ceramica raffigurante una famiglia di akita inu.
Rappresentata è la discendenza di Akihito, una femmina di akita proclamata patrimonio nazionale del Paese. La storia è quella del legame affettivo così forte che si era creato tra questa cagna e il suo padrone , tanto che ogni sera lei andava a prenderlo alla fermata del treno, nel pieno centro di Tokyo nel quartiere ultramoderno di Shibuya. Alla morte dell'uomo, Hachiko non si rassegnò e continuò ad attenderlo invano, alla fermata del treno. Anche di recente la televisione giapponese ha dedicato uno speciale ai discendenti di Hachiko, a memoria di un amore fedele che dura nel tempo. Nella città ci sono altre testimonianze, come la statua in bronzo eretta in suo onore, o il gruppo di cuccioli, sempre in bronzo, che troneggiano sotto ai piedi della Tokyo Tower, una sorta di riproduzione della Tour Eiffel, ma più alta di dieci metri......


DIFFUSIONE: STABILE IN EUROPA, CALA IN ITALIA
L'akita per così dire «conserva le posizioni» nei Libri genealogici europei, salvo in Italia dove tende invece a calare. In Germania si contavano 127 nuovi cuccioli nel 2007: cifra, questa, in linea con la tendenza degli ultimi anni che ha visto 93 nuovi iscritti nel 2006 e nel 2005, 114 nel 2004, 104 nel 2003, 152 nel 2002 e 91 nel 2001. In Francia troviamo invece numeri superiori, ma anch'essi stabili: 340 nuovi cuccioli nel 2007, 386 nel 2006, 331 nel 2005, 313 nel 2004 e 415 nel 2003. In Spagna erano 59 nel 2007, 49 nel 2006, 34 nel 2005, 47 nel 2004, 44 nel 2003 e 55 nel 2002. In Italia se ne sono contati 213 nel 2007, ma erano 332 nel 2002, 379 nel 2000 e addirittura 480 nel 1998. L'akita non sorride neanche negli Stati Uniti: nei Libri genealogici dell'American Kennel Club nel 2008 la razza si è piazzata 50a [su 150), ma era 36a nel 1998 e 44a nel 2003.

AKITA:IDENTIKIT DI RAZZA


PELLICCE PER I SOLDATI........
Originario della Prefettura giapponese di Akita (da cui prende il nome), questo cane venne inizialmente impiegato per la caccia all'orso (akita matagi) e, a partire dal 1603, anche per i combattimenti. Per quest'ultimo impiego, però, occorrevano cani dalla mole particolarmente forte. Fu così che dal 1868 gli akita matagi con caratteristiche proprie degli spitz, vennero incrociati con altre razze tra cui tosa e mastini. La taglia dell'akita in questo modo crebbe, ma andarono perdute le sue caratteristiche da spitz. All'alba del 1908, anno in cui i combattimenti vennero proibiti, la razza potè tornare a svolgere ruoli più confacenti alla sua natura. Nel 1931, poi, nove esemplari della razza vennero dichiarati «Monumenti Nazionali» del Giappone.
Il periodo buio doveva però ancora arrivare. Durante la seconda Guerra mondiale, gli akita vennero confiscati insieme ad altre razze (ad esclusione del pastore tedesco usato per scopi militari), al fine di ottenere le pellicce per l'abbigliamento dei soldati. Terminato il periodo bellico, ci si trovò così di fronte a tre tipi di akita: quello matagi, quello da combattimento e quello da pastore. Il contributo di alcuni appassionati fece sì che, a partire dall'akita matagi, la razza venisse rifondata, immettendo sangue spitz e portandola alla tipologia che conosciamo oggi.

venerdì

Le razze del gruppo 10:IL DEERHOUND°°ORIGINE:Gran Bretagna°° CARATTERE: Dolce e socievole, tranquillo, affettuoso ed equilibrato.
























Sostanzialmente è la versione ingrandita e irrobustita, con pelo duro e un po' lungo, del greyhound. Rispetto a quest'ultimo galoppa con minore intensità, però possiede una maggiore resistenza. La costruzione è anche in questo caso caratterizzata dalla combinazione utile a sprigionare velocità, potenza e resistenza, doti assolutamente necessarie nella caccia al cervo. Selezionato soprattutto in Scozia, attualmente viene impiegato nelle prove di coursing. Nel 1859 il colonnello In-ge espose il deerhound a Birmingham per la prima volta; si tratta di una razza molto antica, nota all'uomo da almeno un migliaio d'anni. 11 deerhound, rispetto al più gigantesco irish wolfhound, appare di corpo più slanciato e leggero, con pelo ispido e lungo sul corpo.


STANDARD


La struttura corporea del deerhound o levriero inglese a pelo ruvido è la giusta combinazione di un cane veloce, robusto e potente in grado di abbattere un cervo. La testa è lunga, larga fra le orecchie si restringe gradualmente in direzione del tartufo. La testa è priva di stop e caratterizzata da barba e baffi serici. Gli occhi sono scuri e dolci. Le orecchie sono abbastanza piccole, attaccate alte e ripiegate. Il collo è forte, il tronco è quello di un greyhound con taglia e ossatura più forti, il ventre è retratto. La coda è ricoperta di pelo fitto e duro, molto lunga, grossa alla radice si assottiglia gradualmente. L'andatura è briosa, con passi lunghi coprenti molto terreno. Il mantello è irsuto, spesso, aderente, duro e crespo al tatto. Sul tronco, sul collo e sugli arti il pelo è come il filo di ferro, lungo 7-10 cm per proteggerlo dal freddo gelido della Scozia. Il colore del mantello è preferibilmente grigio-blu scuro 0 tigrato e fulvo. L'altezza minima dei maschi deve essere di 76 cm al garrese con un peso di circa 45 kg, mentre l'altezza minima delle femmine è di 71 cm e il peso di circa 37 chilogrammi.

Le razze del gruppo 10: LO SLOUGHI:::ORIGINE::::Paesi Arabi:::CARATTERE::::Coraggioso, tenace, dolcissimo e mite, se necessario è mordace:::::::


e aggressivo durante la caccia.














È considerato una versione a pelo raso del saluki. Le sue origini sono antichissime e la sua area di diffusione va dall'Atlantico al mar Rosso ma la sua terra natia è l'Arabia del Nord. Con l'invasione araba in Africa lo sloughi ha conquistato anche quelle terre determinando probabilmente la scomparsa del levriero africano, una varietà a orecchie erette paragonabile al podengo, al cane dei faraoni, al cirneco dell'Etna o al podenco ibicenco. Lo sloughi si è evoluto nella forma attuale in Marocco dove ha sede la Société centrale canine marocaine che attraverso il Club marocchino dello sloughi ha redatto nel 1976 lo standard ufficiale della razza. Come il saluki, lo sloughi ancor oggi viene utilizzato dai nomadi come cane da caccia e da guardia alle tendopoli.



STANDARD



Lo sloughi o levriero arabo è un cane nobile e altero, cacciatore istintivo, dotato di buona resistenza fisica. La testa è allungata, il muso ha la forma di un cono allungato, il cranio è abbastanza piatto, largo, arrotondato nella parte posteriore. Cranio e muso hanno la stessa lunghezza, lo stop è appena accennato. Gli occhi sono grandi, scuri, dolci e tristi, lo sguardo nostalgico. Le orecchie attaccate basse, all'altezza degli occhi, sono cadenti, ben aderenti alla testa, di forma triangolare, piccole e leggermente arrotondate alle estremità. Il collo è lungo, asciutto, leggermente arcuato, il torace è ben sviluppato, il petto non troppo largo, il ventre retratto, la groppa spiovente, la coda fine e sottile, attaccata e portata bassa. Il mantello è costituito da pelo raso e fine nei colori sabbia, nelle varianti chiaro, rosso e carbonato, oppure tigrato. Le dimensioni sono simili a quelle del saluki (altezza massima 75 cm e 32 kg di peso), ma la testa si differenzia da quest'ultimo perché è più arrotondata e pesante.

Le razze del gruppo 10: IL WHIPPET::::ORIGINE:::Gran Bretagna:::CARATTERE:::Cane vivace e attivo, particolarmente equilibrato



















Il suo nome deriva probabilmente dall'inglese whip in che significa "muoversi rapidamente". E in effetti è senz'altro il cane più veloce su percorsi brevi (150-200 metri) poiché può raggiungere i 70 km/h in poche decine di secondi. Per questo viene definito anche "cane da scatto", essendo velocissimo nelle reazioni e il più veloce dei levrieri sulle brevi distanze. La storia della razza è piuttosto oscura: a differenza di tutti gli altri levrieri non vanta comunque origini nobili, nel senso che non è sicuramente stato selezionato all'ombra delle corti inglesi o dagli aristocratici. Al contrario il whippet venne chiamato anche "greyhound dei poveri" proprio per le sue origini popolari.
Si ipotizza che sia stato ottenuto incrociando piccoli greyhound con terrier e forse anche con piccoli levrieri italiani. Grazie alla sua eccezionale velocità nel XIX secolo la razza trovò ampia diffusione in Inghilterra nella caccia al coniglio selvatico e alla lepre; poi venne la volta delle corse e delle scommesse, quindi le gare di coursing nei cinodromi, pratica che ancor oggi appassiona numerosi cinofili. In tempi più recenti è stato infine apprezzato come cane da compagnia ed esposizione. La razza venne riconosciuta dal Kennel club inglese nel 1900.


STANDARD


Il whippet è un cane elegante nelle forme, dotato di grande equilibrio e potenza muscolare che raggiunge un'altezza di 47-51 cm nei maschi e 44-47 cm nelle femmine. Il peso è di 20 kg circa. La testa è lunga e sottile, il cranio piatto, il muso affilato. Cranio e muso sono separati da uno stop leggero. Gli occhi sono scuri, le orecchie piccole, sottili e a forma di rosa. Il collo è lungo, arcuato e muscoloso. Il corpo è nel rettangolo, il torace è ampio nella regione cardiaca e ben disceso, la groppa è scoscesa. Gli arti sono necessariamente solidi e in appiombo. Il posteriore è muscoloso, poiché dà la spinta a quella che si può definire una macchina da corsa. Il mantello, ammesso in tutti i colori, ha il pelo raso, fine e compatto. La coda è lunga e leggera, appena ricurva.

giovedì

Le razze del gruppo 10: IL GREYHOUND:::ORIGINE:::Gran Bretagna:::CARATTERE:::Aristocratico e pigro,a meno che non debba rincorrere un oggetto























È il fratello maggiore di whippet, quest'ultimo considerato il "greyhound dei poveri". Dotato di robusta muscolatura, ha il pelo raso e la testa sottile e allungata. Il suo corpo sprigiona una forza eccezionale tant'è vero che il greyhound è il più potente e veloce cane da corsa su terreno pianeggiante. Pare che gli allevatori inglesi lo abbiano usato nei secoli scorsi nella caccia a cervo, cinghiale, daino e lepre, ma la storia scritta del greyhound è legata soprattutto al coursing. È dal 1776 che in Inghilterra opera il Swaffham Coursing Club, l'associazione che raduna gli appassionati delle corse di greyhound di caccia alle lepri. Il fondatore del primo coursing fu lord Orford che pare abbia rinsanguato la razza, discendente dagli antichissimi levrieri arabi importati in Inghilterra dai Fenici o dai Celti, con il bulldog, per fissarne le attuali caratteristiche con pelo corto e presa forte. A quell'epoca esistevano infatti greyhound con vari tipi di mantello, mentre le linee di sangue attuali deriverebbero dalla selezione portata avanti da lord Orford. Ora il greyhound è essenzialmente un cane da cinodromo, velocissimo cacciatore della lepre meccanica, oltreché da esposizione.


STANDARD


Il greyhound o levriero inglese a pelo raso, è robusto, con muscolatura possente, testa e collo lunghi, torace profondo, rene arcuato, arti potenti e piedi solidi. Il cranio è piatto, lo stop leggero. Gli occhi sono preferibilmente scuri, ovali e inseriti obliquamente. Le orecchie sono "a rosa". Il collo è lungo e muscoloso, elegantemente arcuato. Il corpo è inseribile nel rettangolo. Il torace è profondo, la groppa moderatamente scoscesa. Gli arti anteriori sono lunghi e diritti, le cosce e le gambe posteriori sono muscolose e potenti. La coda lunga, attaccata bassa, è robusta alla base e affilata in punta, oltreché leggermente curvata. L'andatura mette in evidenza le lunghe falcate, coprenti molto terreno. Il mantello è a pelo raso nei colori nero, bianco, rosso, blu, cervo, fulvo, tigrato o uno di questi colori distribuiti nel bianco. L'altezza ideale dei maschi va da 71 a 76 cm, nelle femmine da 68 a 71; il peso oscilla intorno ai 30-35 chilogrammi.

Le razze del gruppo 10: IL BORZOI:::ORIGINE:::Ex URSS:::CARATTERE:::Distaccato, spesso un po' indolente, aristocratico.


















Razza che si distingue per la sua aristocratica eleganza. Probabilmente è il frutto della selezione fra alcuni cani da pastore autoctoni della Russia (da cui ha ereditato il pelo lungo, setoso e ondulato) e gli antichi levrieri asiatici (agili e veloci). I russi hanno così ottenuto il borzoi, termine che significa "veloce". Le forme dell'attuale levriero russo sono state volute dal granduca Nico-laj Nicolaievich, un allevatore russo al quale la razza deve molto. Nel XVII secolo venne impiegato in Russia per la caccia alla lepre, alla volpe e al lupo, preferito nei colori chiari poiché si ritiene che questa caratteristica del mantello sia funzionale alla sua mimetizzazione nel bosco. Successivamente divenne un cane aristocratico, quasi di ornamento delle corti russe. La diffusione della razza seguì il decimo dell'impero degli zar. Aristocratico, indolente e distaccato, il borzoi si presenta al passo e in corsa con idatura agile elastica che evidenzia le sue forme e il movimento armonioso.


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Il borzoi o levriero russo è un cane nobile ed elegante, veloce e molto alto. La statura è infatti di poco inferiore agli 80 cm nei maschi e di circa 70 cm nelle femmine. La testa è lunga e stretta, il muso è più lungo del cranio, gli assi cranio muso divergenti (di qui il modo di dire "la testa montonina del borzoi" usata anche per classificare la testa di altre razze) e separati da un leggerissimo stop, appena percettibile. Gli occhi sono grandi e scuri a forma di mandorla. Il corpo sta nel quadrato, il torace è profondo e stretto, la groppa scoscesa, gli arti sono lunghi e ben in appiombo. La dorsale termina con la coda inserita bassa, lunga e a frange, portata a riposo fra le cosce. I piedi delle zampe anteriori sono ben chiusi, mentre quelli delle zampe posteriori sono "di lepre". L'andatura è saltellante.

Le razze del gruppo 10: L'AZAWAKH:::ORIGINE:::Nigeria:::CARATTERE:::Cane da caccia,nobile,indipendente,èmolto riservato nei confronti degli estranei






















Anche in questo caso non sono note le origini. In Europa è scarsamente diffuso e la presenza dei primi esemplari risale a circa 20 anni fa. Alcuni studiosi lo vorrebbero discendente dai levrieri asiatici, i cugini sloughi e saluki, mentre altri lo ritengono autoctono dell' Africa. Sta di fatto che la razza è stata ricostruita in Francia a partire dal 1970 e, dopo una serie di accoppiamenti selettivi con alcuni soggetti provenienti dal Mali, dal Sudan e dalla Nigeria, l'azawakh ha ottenuto il riconoscimento ufficiale nel 1982. Molto simile allo sloughi, l'azawakh o levriero tuareg del Mali o del Sahel si differenzia dal cugino asiatico per il colore del mantello (fulvo rossastro con macchie bianche, mentre lo sloughi è prevalentemente color crema), le forme più slanciate e la struttura corporea tendente al rettangolo, anziché al quadrato. Tenendo conto di questi elementi, che lo differenziano nettamente dallo sloughi, oggi prevale la tesi che l'azawakh sia originario dell'Africa e precisamente dall'altopiano nigeriano dell'Azawakh. Ancor oggi viene impiegato nella caccia a inseguimento a vista dalle tribù nomadi del Tuareg.


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Le forme del corpo dell'azawakh (o levriero dell'A-zawakh) sono slanciate ed eleganti, il movimento leggero e veloce. L'azawakh pesa infatti soltanto 20 kg anche se è alto circa 70 cm al garrese (da 64 a 74 cm i maschi e da 60 a 70 cm le femmine). Molto alto sulle zampe e con una muscolatura asciutta, visto da lontano la sua struttura appare inserita nel rettangolo. La testa è stretta e lunga, il cranio abbastanza piatto, ma con le linee cranio-muso non proprio parallele. Gli occhi sono scuri e a forma di mandorla, mentre le orecchie vengono portate cadenti. Il mantello dal pelo raso è generalmente fulvo-rossastro con macchie bianche sulle estremità delle zampe, sulla punta della coda e sul petto.

Le razze del gruppo 10: IL PICCOLO LEVRIERO ITALIANO::ORIGINE:::Italia:::CARATTERE:::Riservato, affettuoso e docile.


























Agli inizi del nostro secolo il più piccolo dei levrieri rischiò l'estinzione, poiché nell'Ottocento i nobili trasformarono questa minuscola razza da caccia in "cane da grembo". Divenne infatti un cane da compagnia di dame, principesse, duchesse ecc.; si narra a questo proposito che Federico il Grande avesse 35 piccoli levrieri a corte. Per colpa della moda le levrette divennero aristocratiche e raffinate, sempre più fragili, eleganti miniature tremanti affette da nanismo. In queste condizioni verso la fine dell'Ottocento la razza era ovviamente destinata a scomparire per patologico nanismo e delicatezza. Fortunatamente agli inizi del Novecento in alcuni allevatori si fece strada l'idea di recuperare questo piccolo e intelligente cane da caccia, vigoroso e atletico nell'inseguimento della preda. Le origini del piccolo levriero italiano si suppone siano antichissime: uno scheletro imbalsamato dalle ossa sottili, il muso appuntito e il cranio stretto, che risale al 2000 a.C. e custodito presso il Museo del Cairo, secondo Edith Hoegel apparterebbe a uno dei progenitori dell'attuale piccolo levriero italiano. Di sicuro nell'antico Egitto vivevano cani del tutto simili all'attuale piccolo levriero italiano come testimoniano numerosi graffiti e ulteriori raffigurazioni, presenti anche in altre zone del bacino del Mediterraneo e del Medio Oriente. Dopo un periodo di oblio i levrierini ricompaiono poi nelle pitture di Giotto e altri artisti del XIII e XIV secolo. Attualmente in Italia si registrano circa 60 nascite all'anno.


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Il piccolo levriero italiano rappresenta nelle forme un greyhound miniaturizzato, modello di grazia e distinzione, con il tronco che sta nel quadrato. L'altezza varia da 32 a 38 centimetri. Il peso può raggiungere al massimo 5 chilogrammi. La testa è lunga, il cranio piatto, lungo e stretto, il muso sottilissimo; gli assi cranio-muso sono paralleli e separati da uno stop poco marcato. Gli occhi sono grandi, scuri ed espressivi. Le orecchie sono piccole cartilagini sottili ripiegate e girate un po' all'indietro. Il petto è stretto, il collo privo di giogaia, slanciato e leggermente arcuato. La groppa è molto scoscesa, larga e muscolosa; la coda è sottile e inserita bassa. L'ossatura è leggera, i piedi "da lepre", l'andatura elastica e armonica, scattante al bisogno. Il mantello è costituito da pelo raso e fine nei colori nero, grigio, ardesia e isabella. Macchie bianche sono ammesse nel mantello unicolore solo sul petto e sui piedi.

Le razze del gruppo 10: IL SALUKI:::ORIGINE::Iran::CARATTERE::Intelligente, attivo e dolce.





















Detto anche levriero persiano, deve il suo nome a Saluk, un'antica città araba ora scomparsa. È considerato il progenitore di tutte le attuali razze dei levrieri selezionate dall'uomo con l'immissione di altri tipi di sangue. Attraverso le carovane arabe si è diffuso in tutto il mondo, contribuendo in maniera determinante all'origine degli altri levrieri come l'afgano, il borzoi, il greyhound e lo stesso slou-ghi. Sulla tomba del faraone Uahenk, eretta a Karnak circa 4.000 anni fa, sono raffigurati quattro saluki in pose diverse. Questa testimonianza ci conferma l'origine antichissima del levriero persiano. Dotato di vista acuta e grande velocità, è stato allevato con molta cura dai beduini che lo impiegarono nella caccia a gazzelle e volpi del deserto. Come è accaduto per i whippet e 1 greyhound, anche il saluki attualmente viene selezionato per le esposizioni oppure per il coursing su gazzella nei Paesi Arabi, ma non è raro incontrarlo ancora al seguito di popolazioni nomadi, impiegato nella caccia. La caratteristica dominante del saluki è la resistenza fisica che gli consente di inseguire la preda nel deserto per ore e ore. Il saluki si differenzia inoltre dal cugino sloughi poiché il pelo delle orecchie e della coda si presenta con lunghe frange.


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Il saluki è un cane che deve dare l'impressione di grazia, armonia e resistenza, ma anche di forza, poiché questa gli è indispensabile per uccidere una gazzella o altra selvaggina sia sulle sabbie del deserto che sulle rocce delle montagne. L'espressione è ricca di dignità e dolcezza, lo sguardo è vivo e profondo. La testa è lunga, stretta e asciutta, il cranio è moderatamente largo tra gli orecchi, lo stop appena accennato. Il tartufo è nero nei mantelli scuri o bruno (in armonia con il colore del pelo) in quelli chiari. Gli occhi sono relativamente grandi, di forma ovale e in genere scuri. Le orecchie sono attaccate alte, pendenti e guarnite di lunghi peli serici, leggermente ondulati. Il collo è lungo ed elegante, il corpo allungato, il torace profondo, la groppa scoscesa, il ventre retratto. La coda è lunga e termina con frange setose lunghe, inserita e portata bassa. L'andatura è rapida ed elastica. L'altezza varia dai 60 ai 70 centimetri, mentre il peso dai 13 ai 30 chilogrammi. Il mantello, liscio e serico, è unicolore nelle tonalità bianco, crema, fulvo e grigio oppure tricolore (bianco, nero e rosso). Il pelo è raso, morbido e brillante con frange sulle orecchie e sulla coda.

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